Recensione Oppenheimer: Cillian Murphy passa alla storia

Recensione Oppenheimer: Cillian Murphy passa alla storia

Dopo un mese di lunghissima, interminabile e trepidante attesa è arrivato anche nelle sale italiane Oppenheimer e oggi ne parleremo insieme in questa recensione che vede al centro Cillian Murphy. Con una sua prova da manuale infatti, insieme ad un cast ricco di alcuni dei più grandi talenti di Hollywood, la pellicola di Cristopher Nolan è una di quelle destinate a rimanere impresse per molto, molto tempo.

Per un piccolo momento vi parleremo in prima persona, per spiegarvi le nostre impressioni nel vedere un film che non rappresenta il nostro genere preferito, anzi il cui genere non ci piace affatto. Eravamo però certi di ciò che avremmo visto, sapevamo lo avremmo amato comunque. Sarà perché Nolan è uno dei registi del millennio, sarà perché i suoi film ci fanno sempre impazzire, sarà per Cillian Murphy che si dimostra magistrale – e qui non avevamo assolutamente dubbi – fatto sta che finalmente abbiamo visto un film classificabile come Biopic – ma che in realtà è molto di più – che ci è piaciuto molto e siamo sicuri che scrivere la recensione di Oppenheimer sarà la cosa più difficile che faremo quest’anno.

 

Recensione Oppenheimer: la scalata di Cillian Murphy

Recensione Oppenheimer: Cillian Murphy in una scena del film

La prima cosa che notiamo è il protagonismo dell’attore, sin dal primo shot. Nolan si pone di raccontare la storia del padre della bomba atomica, colui che ha portato gli americani alla vittoria della seconda guerra mondiale. Una lotta contro il tempo sancisce ben tre ore di pellicola. Il regista si prende infatti tutto il tempo di raccontare la vita del suo protagonista. Dall’infanzia, citata ma non approfondita, di cui percepiamo il bullismo subito e anche l’instabilità dello scienziato, alla consapevolezza di essere diventato uno dei più grandi uomini di fisica del momento.

Era solo il 2002 quando uscì 28 giorni dopo. Primo film da protagonista del nostro caro Cillian. A seguire una serie di ruoli secondari, ma caratterizzanti le pellicole, lo rendono uno degli attori più amati in circolazione. Il conseguirsi di performance da manuale, gli fanno da palestra. Principalmente nei film di Nolan l’attore si fa notare nella sua bravura, lasciando però sempre una domanda allo spettatore. Perché non ha mai un ruolo da protagonista? Arriva poi Peaky Blinders, in cui Murphy delizia con il suo sguardo magnetico e malinconico penetrando i nostri animi, e infine settembre 2021. Cristopher Nolan annuncia, finalmente, il suo prossimo film. Questo è ambientato durante la seconda guerra mondiale, sarà un Biopic su Robert J.Oppenheimer e il protagonista sarà proprio Cillian Murphy.

Oppenheimer: una reazione a catena inevitabile

Recensione Oppenheimer: Cillian Murphy e Robert Downey Junior in una scena del film

Ci vengono presentati molti personaggi sin da subito, tanto da rischiare di essere disorientati, a simboleggiare una reazione a catena umana che non potrà arrestarsi. Vediamo Robert Downey Junior, anch’egli in un’interpretazione da manuale interpretare Lewis Strauss, Matt Damon nei panni del generale Leslie Groves, Rami Malek nel piccolo, ma fondamentale, ruolo del Dott. David L. Hill. E ancora, Emily Blunt interpreta la tenace Kitty Oppenheimer, una donna forte e capace di tenere testa ad ogni uomo. Fino al cameo di Gary Oldman, nei panni del presidente Truman, che si rende protagonista di uno dei dialoghi più dirompenti della pellicola.

E’ proprio la scelta di un cast come questo, che rafforza e scalfisce nella pietra questo film.

Oppenheimer: non il Nolan a cui siamo abituati, ma quello che ci meritiamo

Diciamocelo, siamo abituati a Inception per cui ancora discutiamo dopo 12 anni; Memento, che sconvolge le classiche linee narrative di un film e ci “intrippa” in modo assurdo. Interstellar, per il quale basta nominare il titolo e Tenet, un esercizio di stile teso a mostrare la bravura del regista.

Questo film è dal fascino enigmatico e un Biopic, ma non in senso proprio. Nolan ci regala infatti una narrazione segnata da salti temporali, di cose che ci dice e non ci dice e da un discorso che potremo sentire solo nel finale. Dialoghi incalzanti scandiscono 3 ore di pellicola, lasciandoci un senso irrefrenabile di ansia e suspense per ciò che succederà subito dopo. Continue sensazioni, suoni ed immagini ci fanno entrare nella mente di Oppenheimer, la quale rende tangibile ciò che non lo è e visibile ciò che a conti fatti non vediamo mai nel film. Bravura, infinita bravura, da parte del regista nel mostrarci ciò che già sappiamo. Attraverso il trauma ripercorriamo ciò che è successo, vediamo quelle ustioni, quelle morti, quegli scoppi e sentiamo anche quel dolore. Il tutto però senza mai vedere niente di concreto.

E’ questo Nolan. Lui entra nella nostra mente, con un film che non vuole emozionare, ma che vuole far riflettere. Spaesati, attoniti. Così ci sentiamo quando usciamo dalla sala. Oppenheimer non vuole emozionare è vero, ma lo fa comunque. 

Per concludere, affermiamo con orgoglio che Oppenheimer si merita tutto il successo che sta avendo, e che finalmente Cillian Murphy supera la sua prova. Già era uno degli attori più talentuosi in circolazione, ma grazie a questa monumentale performance passerà alla storia. Caro Cillian hai trovato finalmente il ruolo che cercavi, quello che volevi ti consacrasse e ti facesse ricordare per sempre.

Voto film: 10. Saremo esagerati? Vedetevelo con i vostri occhi e tornate qua con le vostre opinioni.

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