Per la rubrica “il punto di vista…dal divano” oggi parliamo di Figli, film di Giuseppe Bonito.
Figli non è nato per essere un film, sembra più un’opera teatrale che mette in scena una famiglia e avrebbe come spettatori quasi tutti genitori.
Figli è un film del 2020 diretto da Giuseppe Bonito. La sceneggiatura è stata scritta da Mattia Torre ed è tratta dal suo monologo I figli invecchiano, interpretato da Valerio Mastandrea, protagonista del film. Mattia Torre, morto a causa di una malattia nel 2019 prima dell’inizio delle riprese, ne ha affidato la realizzazione a Bonito, che era stato suo assistente alla regia in Boris.
Figli racconta in modo tristemente vero un aspetto della famiglia. Racconta che la famiglia è una realtà complessa. Vive di sogni, sacrifici, scelte, rinunce, fiducia, rimproveri, promesse, impegni, maschere, notti insonne, tradimenti, litigi, paure, ansie, montagne russe. Ogni famiglia ha una sua storia. Non ci sono famiglie oggettive. Figli è la narrazione dell’interiorità della famiglia con un registro ironico e vero. Figli racconta i genitori come dei normali supereroi che cercano di salvare la famiglia. Figli arriva come un medicinale e con il foglio illustrativo degli effetti collaterali:
Figli è un paradosso
Figli è la versione di Noi eravamo.
Figli è il racconto di tante famiglie
Figli è il sesso fatto in silenzio e di sfuggita
Figli è un salto nel vuoto
Figli è terno a lotto
Figli è un rischio
Figli è un film coraggioso perché mette in scena i luoghi comuni
Figli è come una moneta lanciata in aria
Figli è come il novax in tempo di emergenza sanitaria
Figli è un racconto a capitoli che ti “taglia” quando volti pagina
Figli è una gioia rincorsa
Figli non sembra ma è
Figli è come un disegno fatto da un bambino
Figli è un ricordo che serve per non dimenticare
Figli è la quiete prima della tempesta o la tempesta dopo la quiete
Figli è quando prendi finalmente sonno e poi suona la sveglia
Figli è una partita a tennis con i bambini come palline da gioco.
Figli è una giungla
Figli è la versione per bambini di The Walking dead
Figli è un ansiolitico
Figli racconta la pediatra come un esorcista
Figli è il racconto dei suoceri come figure mitologiche
Figli è la fuga che non vuoi e non puoi
Figli è come l’orchestra del Titanic
Figli è l’ora d’aria
Figli è un papà lasciato solo su un divano
Figli è l’uomo contro la donna. I figli contro i genitori.
Il film sembra appartenere più allo sceneggiatore che al regista è messo in scena da due bravi attori che si ritrovano forse troppo tardi su un set. Valerio Mastandrea è ironico e al posto giusto con una compagna di viaggio come Paola Cortellesi che crea la giusta alchimia nella sofferenza e nei pochi momenti di felicità.
Figli è la vittoria della sceneggiatura immediata e pungente. Riesce con l’arma della scrittura e dell’ironia a rimanere personale, implacabile e spiazzante. Racconta forse troppo il peso delle responsabilità che comporta una famiglia. Racconta che l’Amore salva una coppia e non i figli ma solo insieme si può continuare. Racconta l’Amore che r-esiste e che resta nonostante le difficoltà. Infine Figli coniuga alla perfezione la voce verbale di R-ESISTI-AMO!
Il film è consigliato per chi ha già dei figli e per chi ha il desiderio di una famiglia. Per tutti gli altri attenti a non prenderlo troppo sul serio e sul personale.
Curiosità
Paola Cortellesi e Valerio Mastandrea sono stati fidanzati anche nella vita reale, e ancora oggi sono rimasti in ottimi rapporti in quanto entrambi gestiscono un piccolo teatro della periferia di Roma chiamato “Il quarticciolo”;. Tuttavia, i due prima di questo progetto non avevano mai recitato insieme sul grande schermo, nonostante abbiano comunque collaborato in numerosi sketch comici verso l’inizio degli anni 2000.
I due attori avevano però già collaborato nello stesso film (Nessuno mi può giudicare), anche se appunto non è da prendere in considerazione in quanto Paola Cortellesi è la sola protagonista, e il personaggio di Valerio Mastandrea appare solo nel fotogramma finale, dopo aver comunque recitato per quasi tutto il tempo attraverso voce fuori campo. In una scena del film, durante una festa in maschera, i personaggi di Sara e Nicola sono travestiti rispettivamente da Uma Thurman in Kill Bill e da Drugo di Arancia meccanica di Stanley Kubrick.