Il DPCM del 17 maggio ha disposto nuove misure in relazione anche in merito al mondo del cinema (e con esso teatri e concerti). In relazione all’emergenza Coronavirus in Italia, l’articolo 1 comma m spiega che la riapertura delle sale cinematografiche è fissata per giorno 15 giugno 2020.
Una data ben più vicina di quanto si potesse immaginare, basti pensare che nel mese di aprile la prima ipotesi riguardo la riapertura delle sale era immaginata per il mese di dicembre. Fra meno di un mese, quindi, si potrà tornare a visionare i film al cinema, ma è davvero una buona notizia o è ancora troppo presto per tutto ciò?
Le 13 linee guida
Qui di seguito le 13 linee guida che entrano nel dettaglio delle modalità previste per la prevenzione sanitaria. Le 13 linee guida che seguono sono afferenti a tutti gli spettacoli dal vivo, oltre che alle proiezioni cinematografiche.
- Mantenimento del distanziamento interpersonale, anche tra gli artisti;
- Misurazione della temperatura corporea, impedendo l’accesso in caso di temperatura maggiore ai 37,5 °C;
- Utilizzo obbligatorio di mascherina anche di comunità per gli spettatori;
- Utilizzo di idonei dispositivi di protezione individuale da parte dei lavoratori che operano in spazi condivisi e/o a contatto con il pubblico;
- Garanzia di adeguata periodica pulizia e igienizzazione degli ambienti chiusi e dei servizi igienici di tutti i luoghi interessati dall’evento, anche tra i diversi spettacoli svolti nella medesima giornata;
- Adeguata aereazione naturale e ricambio d’aria e rispetto delle raccomandazioni concernenti i sistemi di ventilazione e di condizionamento;
- Ampia disponibilità e accessibilità a sistemi per la disinfezione delle mani;
- Divieto del consumo di cibi e bevande e della vendita degli stessi in occasione degli eventi e durante lo svolgimento degli spettacoli;
- Utilizzo della segnaletica per far rispettare la distanza fisica di almeno un metro anche presso le biglietterie e gli sportelli informazioni, nonché all’esterno dei luoghi dove si svolgono gli spettacoli;
- Regolamentazione dell’utilizzo dei servizi igienici in maniera tale da prevedere sempre il distanziamento sociale nell’accesso;
- Limitazione dell’utilizzo di pagamenti in contanti, ove possibile;
- Vendita dei biglietti e controllo dell’accesso, ove possibile, con modalità telematiche, anche al fine di evitare aggregazioni presso le biglietterie e gli spazi di accesso alle strutture;
- Comunicazione agli utenti, anche tramite l’utilizzo di video, delle misure di sicurezza e di prevenzione del rischio da seguire nei luoghi dove si svolge lo spettacolo.
Come si può evincere, se per alcune linee guida il processo da eseguire è semplice e immediato, altri punti in questione risultano piuttosto generici e particolarmente ambigui. Le strutture, in particolare i multisala, dovranno ben adeguarsi alle nuove norme, ristrutturando i loro ambienti per favorire il corretto uso delle suddette linee guida (molti cinema, è bene ricordare, non dispongono di biglietterie elettroniche).
I pro e i contro
Sicuramente la notizia presenta degli aspetti positivi, ma allo stesso tempo degli aspetti negativi, che fanno titubare e non poco. Se da un lato la pandemia non intenta ad arrestarsi, è bene per la comunità iniziare a “convivere” con questo male, attrezzandosi e cercando di tornare a una normalità permessa da una prevenzione sanitaria attenta e costante.
D’altro canto è lecito porsi la domanda se economicamente le sale riusciranno a trarre profitto. Il punto 8 infatti recita il divieto di vendita di prodotti alimentari, il che per un cinema (a livello economico, non artistico) è un grosso rischio. Molte strutture traggono profitto maggiormente dalla vendita di patatine, pop-corn e Coca Cola, piuttosto che dalla vendita dei biglietti per gli spettacoli.
Ad avere l’ultima parola, anche in questo fenomeno socio-politico, sarà il buon senso. Il buon senso degli spettatori e quello degli addetti ai lavori, con la speranza che ogni sala riesca ad attrezzarsi per rispettare le norme (molti cinema indipendenti non hanno un impianto di aereazione, ad esempio) in modo che un aspetto della vita a cui ci eravamo abituati e affezionati possa tornare come prima, e se non potrà tornare ugualmente come prima, che possa tornare nella maniera più sicura e tranquilla.