Ci eravamo lasciati con gli otto fuggitivi di Fox River che venivano abbandonati dall’aereo di John Abruzzi nel bel mezzo della fuga. Se non avete letto la precedente, ecco la recensione di Prison Break 1.
Questa seconda stagione farà risaltare ancora una volta il genio creativo di Michael Scofield, il quale però si troverà alle prese con un agente dell’FBI che sembra quasi prevedere ogni sua mossa. Come finirà?
Scopriamolo.
La trama
Michael, Lincoln e gli altri sei detenuti sono finalmente riusciti a scappare da Fox River, ma quello che doveva essere il piano perfetto, inizia ad avere importanti lacune, che provocheranno sempre più guai al gruppo. L’ultima chance che hanno di sopravvivere è quella di dividersi, ma nonostante ognuno vada per la sua strada, hanno tutti lo stesso obiettivo: raggiungere i soldi seppelliti da Westmoreland per iniziare una nuova vita. I due fratelli tentano di uscire dal paese, Sucre cerca di rivedere da Maricruz prima di perderla per sempre. Abruzzi continua i suoi piani di vendetta nei confronti di Fibonacci, mentre T-Bag cerca di sopravvivere e C-Note tenta di riavvicinarsi alla sua famiglia, non riuscendoci pienamente. A peggiorare le cose ci pensa l’agente speciale Mahone, un agente molto scaltro e furbo che inizia una sorta di “partita a scacchi” contro Michael, allo scopo di trovare tutti gli otto detenuti, anche a costo di ucciderli (cosa che risalterà molto, visto che due di loro moriranno). Nel corso delle puntate si scoprirà però, che Mahone non è un semplice agente dell’FBI, ma lavora per la Compagnia, con l’obiettivo di eliminare i fratelli Michael e Lincoln prima che riescano a rovinare quest’organizzazione.
Il cast
Ritroviamo i volti della prima stagione, Dominic Purcell nei panni di Lincoln Burrows, Wentworth Miller come Michael Scofield, Sucre interpretato da Amaury Nolasco. In questa stagione però, Bellick interpretato da Wade Williams avrà molto più spazio, così come la dottoressa Sara Tancredi (Sara Wayne) Tra le new entry, William Fichtner come agente Speciale dell’FBI Alexander Mahone, che darà del filo da torcere a Michael e tutto il gruppo.
Se nella prima stagione, si svolgeva tutto all’interno di Fox River, chiaramente in questa seconda stagione le cose cambiano. I vari detenuti che si divideranno dai due fratelli affronteranno una fuga totalmente diversa, si ritroveranno a scappare chiedendo passaggi a degli sconosciuti, uccidendo sconosciuti e facendosi uccidere. Tutti però, o almeno i sopravvissuti, si ritroveranno nello Utah per accaparrarsi l’eredità lasciata da Westmoreland.
La partita a scacchi
L’agente Mahone, seppur aiutato dalla compagnia, sembra davvero essere ai livelli del nostro Michael e riuscendo a decifrare i suoi tatuaggi e recuperando l’hard-disk del suo computer, si avvicinerà sempre di più a lui facendo saltare tutto il suo piano di fuga e la nuova vita che aveva già in mente di costruirsi.
Ma Michael non è di certo l’ultimo arrivato e non si lascia battere facilmente da qualcuno, soprattutto sul piano dell’intelligenza. E così in ogni episodio, notiamo sempre di più quanto sia intelligente e ai noi non tocca far altro che restare lì ad osservare, pieni di adrenalina e paura, convinti che prima o poi faccia un passo falso e che venga beccato, per essere puntualmente smentiti e restare a bocca aperta, scoprendo che qualsiasi cosa succeda, faccia semplicemente parte di un piano ancora più grande, che porterà i protagonisti verso la libertà tanto ricercata.
Nonostante ciò, mi sento in dovere di fare una piccola critica. A lungo andare, questa lotta tra i due diventa molto monotona, o meglio, i passaggi sono sempre gli stessi: abbiamo Michael che inventa un piano geniale per sfuggire all’FBI, puntualmente Mahone aiutato da un colpo di genio, riesce a capire tutto, arrivare sul posto e Michael si ritrova ad inventare un nuovo piano per scappare. Se almeno nei primi episodi la cosa sembra molto coinvolgente, a lungo andare diventa molto prevedibile.
Curiosità
- Questa stagione, inizialmente doveva essere composta solo da 13 episodi, ma visto l’enorme successo ottenuto dalla prima, la Fox decise di aggiungerne altri otto, arrivando così ai 22, già visti nella prima.
- Il carcere di Fox River, in cui è totalmente ambientata la prima stagione e alcune scene della seconda, in realtà non esiste. Le scene sono state girate nel penitenziario di Joliet Prison, ormai chiusa da diversi anni.
- La storia di “D.B. Cooper”, alias Charles Westmoreland, si ispira ad un episodio realmente accaduto nel 1971, quando un tipo dirottò un aereo, estorse 200mila dollari, paracadutandosi poi con circa 10 chili di biglietti da 20 dollari addosso, e non fu mai trovato.
Una nuova prigione
Sul finale di stagione, Michael viene arrestato, per permettere a Sara di fuggire, e si scopre che tutto questo era un altro grande piano organizzato dalla Compagnia, che aveva organizzato tutto fin da subito, con il solo obiettivo di far rinchiudere Michael nella prigione di Sona. Per quale motivo però?
Non ci è dato saperlo, ci toccherà proseguire ancora per capire quale sia il piano reale della Compagnia e per vedere se Michael si sottometterà a qualcuno che sembra essere davvero un passo davanti a lui, molto più di Mahone.