REGIA: JON M. CHU
DURATA: 143 min.
CAST: ANTHONY RAMOS, COREY HAWKINS, LESLIE GRACE, MELISSA BARRERA, OLGA MEREDIZ, DAPHNE RUBIN-VEGA, GREGORY DIAZ IV, JIMMY SMITS.
“Sognando a New York – In The Heights” è l’imperdibile musical dell’estate tratto dallo spettacolo di Broadway creato da Lin-Manuel Miranda, che si incentra sulla comunità latina newyorchese tra sogni, ambizioni e desiderio di riscatto.
LA TRAMA
Washington Heights è il quartiere di New York situato nella parte settentrionale del distretto di Manhattan, dove vivono in prevalenza persone originarie o provenienti dal Centro e Sudamerica.
Qui vive Usnavi, ragazzo alla soglia dei trent’anni nato nella Repubblica Dominicana e orfano dei genitori, che gestisce la “bodega”, negozio di generi alimentari conosciuto da tutti nel quartiere, e che giorno dopo giorno cerca di risparmiare denaro per poter tornare nel suo Paese di nascita.
Nel frattempo, le storie del variegato quartiere di Washington Heights si intrecciano alla sua, come quella di Nina, la prima ragazza latina del barrio ad essere ammessa alla prestigiosa Università di Stanford in California; oppure quella di Vanessa, parrucchiera che sogna di fare la stilista e trasferirsi in centro per avere l’occasione di sfondare. E poi c’è Sonny, arrivato negli Stati Uniti appena nato e ora che è adolescente aiuta Usnavi nel negozio ma essendo sprovvisto di documenti vorrebbe ottenere un permesso di soggiorno.
Tra sogni e ambizioni, desiderio di rivalsa ma anche attaccamento alle proprie radici, i vari personaggi che compaiono sul grande schermo portano in scena lo sfaccettato tema dell’immigrazione e del far parte di una comunità all’interno della quale ci si può sentire protetti ma che, al tempo stesso, può rappresentare un ostacolo per poter spiccare il volo.
IL MUSICAL SUL RISCATTO DELLA COMUNITÀ LATINA
Di origini portoricane ma nato a New York, il compositore, cantante, produttore e attore Lin-Manuel Miranda (visto in “Mary Poppins Returns” e nel musical di successo “Hamilton”, anch’esso creato da lui) mise in scena agli inizi degli anni 2000 uno spettacolo teatrale sulla comunità latina ambientato nel quartiere di Washington Heights, che arrivò a Broadway nel 2008 divenendo immediatamente un successo tra pubblico e critica fino a vincere quattro Tony Awards, tra cui Miglior Musical dell’anno.
Le ragioni del trionfo vanno ricercate nella messa in scena travolgente, con un sapiente mix di rap e ritmi latini delle canzoni, coreografie d’insieme coinvolgenti in una produzione variopinta ed energica e, soprattutto, nelle tematiche sociali di immigrazione, riscatto personale e legami famigliari, dove ogni personaggio che racconta la propria storia crea subito una grande empatia col pubblico.
Che sia la vicenda di Abuela Claudia, arrivata appena bambina da Cuba ed è ora una sorta di nonna adottiva di tutto il quartiere, oppure quella di Sonny che desidera una green card, le persone che fanno parte della vita del protagonista Usnavi sono tutte alla ricerca di qualcosa, di un “sueñito” che possa migliorare le loro vite, magari fuori da quel quartiere che è sì come una grande famiglia, ma che spesso come tutte le famiglie si rivela soffocante o non all’altezza delle proprie aspettative.
ECCELLENTI PERFORMANCE E TEMI ATTUALI
Rispetto al musical di Broadway, il cast è stato totalmente rinnovato per la versione cinematografica, in cantiere già nel 2011 ma che solo negli anni recenti è stato possibile realizzare, grazie anche al contributo di Miranda tra i produttori; quest’ultimo, oltre a essere il compositore delle canzoni originali, interpretava Usnavi a teatro mentre qui si è ritagliato un piccolo cameo nei panni del venditore ambulante di “piragua” (una granita di frutta rinfrescante).
Il ruolo del protagonista è andato ad Anthony Ramos, attore di teatro e cinema già visto in “A Star is Born” accanto a Lady Gaga, mentre una schiera di facce nuove e volti più noti (come Jimmy Smits e Olga Merediz) danno anima e corpo agli interpreti di contorno con grande abilità sia nel canto che nel ballo.
L’energia e lo spirito del musical originario sono rimasti ben saldi nella pellicola diretta da Jon M. Chu (regista di “Crazy Rich Asians” e dei due sequel di “Step Up”), grazie a coreografie ben congegnate – come quella nella piscina pubblica, davvero spettacolare – canzoni trascinanti, ironia e momenti più intensi, soprattutto nel rapporto tra Nina e suo padre, oppure tra Usnavi e Abuela Claudia, colei che ricorda alla nuova generazione i sacrifici compiuti dai primi immigrati per poter offrire un futuro migliore ai propri figli.
Rispetto al musical teatrale, il film esplora più da vicino lo spinoso argomento dei cosiddetti “dreamers”, coloro che dopo aver vissuto per quasi tutta la vita negli Stati Uniti, solo perché nati in un Paese straniero si vedono negare il proprio visto di soggiorno e vengono rimpatriati in una terra che non conoscono. E ancora, chi ha speso tutta la giovinezza per imparare la lingua e fare lavori umili per poter dare alla propria famiglia un’occasione di riscatto; chi sogna di tornare al proprio Paese di origine, perché vede negli USA un’opportunità ma anche un crudele compromesso capitalistico, e così via.
Proprio in queste tematiche più attuali sta la forza del film (e dello spettacolo teatrale prima), che sceglie di raccontare i paradossi dell’immigrazione, con tutti i drammi che si porta dietro, attraverso un genere e un’atmosfera in apparenza leggeri e spensierati.
Se si pensa che la pellicola sarebbe dovuta uscire lo scorso anno (e rimandata a causa pandemia di Covid) quando Trump era ancora Presidente degli Stati Uniti, si capisce ancor di più la valenza simbolica di tale narrazione.
VALE LA PENA VEDERLO?
“Sognando a New York – In The Heights” è il film musicale perfetto da gustare sul grande schermo, esplosivo e travolgente sul lato tecnico, ma anche emozionante per la moltitudine di storie quotidiane che porta all’attenzione dello spettatore.
Con leggerezza ma senza dimenticare il cuore, piacerà sicuramente ai fan del genere ma saprà insinuarsi tra le corde anche di coloro alla ricerca di una storia di legami famigliari, amore e amicizia, che alla fine lascia la voglia di ballare e di abbracciare il proprio vicino di poltrona.