Élite 8 é ora disponibile su Netflix ma, si ci sono dei grandi ma, questa ottava stagione ha tanti contro che cercheremo di analizzare.
Ci sono serie che lasciano il segno, serie indimenticabili e perfette tecnicamente, serie trash che ti incollano comunque allo schermo, e poi serie che continuano per business.
Élite, come La Casa di Carta (chiediamo scusa), appartiene a quest’ultima categoria, anche se il successo Netflix è innegabile.
Andiamo al sodo, spiegandovi perché, secondo noi, Élite, con le ultime stagioni, è arrivata alla frutta.
Recensione Élite 8: tematiche ridondanti e personaggi a caso
Il successo iniziale di Élite è innegabile. Una nuova serie “Young Adult”, che affrontava tematiche delicate e importanti, aiutata da nomi come Miguel Herran e Jaime Lorente Lopez che alzavano decisamente l’asticella e una parte crime stile “How to Get Away with Murder” decisamente ben scritta.
La prima stagione era quindi un 8 pieno, non ci sono dubbi. Le problematiche sono iniziate ad arrivare quando gli attori principali, come Aron Piper Ester Exposito, Danna Paola, ma anche Manu Rios, seppur arrivato alla quarta stagione, hanno lasciato la serie. C’è un momento in cui si deve capire quando la serie non ha più senso di continuare. Il momento in cui si deve dire: “Bene, ora finiamola qua e diamo una conclusione”.
Questo non è successo, anzi, fino all’ultimo, ma proprio all’ultimo, abbiamo assistito ad un calderone di cose senza senso e trame trite e ritrite.
Élite stagione otto: nuovi personaggi, stesse problematiche
Come se non bastasse, nell’ultima stagione vediamo l’arrivo di Héctor Krawietz ( Nuno Gallego) e Emilia ( Ane Rot ), due fratelli, due nuovi psicopatici, ossessivi che piombano a Las Encinas per presentare la “Alumni” l’associazione di ex studenti a cui si può accedere solamente se scelti da un membro. Così inizia questa nuova stagione piena di circoli di prostituzione, droga ovunque e poco Rock & Roll. Quando si dice che una cosa è bella ma non balla, Élite 8 ne è la descrizione perfetta. Per farla breve, secondo noi, quello su cui si sarebbero dovuti concentrare è lo sviluppo e la conclusione delle storyline dei personaggi, almeno quelli per cui ne valeva la pena, perché, ad esempio, Sara (Carmen Arrufat) poteva anche uscire di scena senza che nessuno si sarebbe chiesto che fine avesse fatto. Isadora e Iván però, sono stati trattati a pesci in faccia. Una rilegata al ruolo della vittima che si fa forza solo nel finale, ma che avrebbe meritato molto più. Il potenziale era alle stelle, affrontare un tema come la violenza di genere senza poi onorarne la tematica è stato aberrante. Così come rilegare Iván, al semplice ex ragazzo appiccicoso e debole. Nessun riferimento ai vecchi personaggi, alle trame inconcluse. Non chiedevamo tanto, solo un riferimento per concludere il ciclo. Su tutto ciò ci si sarebbe dovuti concentrare, lasciando la parte crime, solo per quest’ultima stagione, in secondo piano. Almeno hanno avuto la decenza di svelarci l’assassino nel penultimo episodio, per dedicare l’ultimo, forse, a una degna conclusione, non arrivata se non negli ultimi 25 secondi.
Voti finali
- Stagione 8: 5
- Stagione 1: 8
- Stagione 2/3/4: 7
- Stagione 5/6: 6,5
- Stagione 7: 5