Dopo le delusione causate dall’ultima stagione di Game of Thrones, all’annuncio dello spin-off sulla Danza dei Draghi molti di noi si sono ritrovati a storcere il naso, per paura di ricevere nuovamente qualcosa sotto le aspettative. Dunque, un po’ titubanti (ma in cuor nostro, altrettanto speranzosi) ci siamo approcciati a questo nuovo progetto targato HBO. E ne siamo rimasti davvero entusiasti.
House of the Dragon ci riporta al mondo targato George Martin che tanto ci hanno sognare con la serie madre, ma in un clima più familiare. Nessun via vai di casate e infiniti personaggi da ricordare, qui tutto ruota intorno alla casata che ha regnato a lungo su quel trono che in tanti bramano.
Eccoci allora con la recensione della prima stagione di House of the Dragon.
Trama House of the Dragon
La serie è ambientata 200 anni prima degli eventi narrati nella serie principale, e se vogliamo essere ancora più precisi, 172 anni prima della nascita di Daenerys Targaryen. Si pone l’obiettivo di raccontarci ciò che ha portato alla fine della Casa Targaryen, ovvero gli eventi che precedono e avvengono durante la guerra civile dei Targaryen, presentata appunto come la Danza dei Draghi.
Tutto si apre con una scelta: Viserys I Targaryen proclamato quinto re dei Sette Regni. Conosciuto da tuttti come un uomo cordiale, gentile e onesto, succede a suo nonno, re Jaehaerys I a discapito di sua cugina. La principessa Rhaenyra, figlia primogenita di Viserys, è una cavalca-draghi e si aspetta di diventare la prima regina regnante dei Sette Regni, dopo la nomina di suo padre. Tuttavia, dalla nascita del fratellastro più giovane, Aegon II, e dalle continue pretese dello zio Daemon, guerriero che brandisce la spada in acciaio di Valyria chiamata Sorella oscura, consegnatagli da Jaehaerys I, il suo futuro sembra non essere mai del tutto certo.
Queste sono le premesse della prima stagione che ripercorre circa 30 anni della storia dei Targaryen, fino a dare inizio a quella che sarà una delle lotte familiari più sanguinose che i Sette Regni abbiano mai visto.
Cast House of the Dragon
Nel cast di questa prima stagione vi sono due variazioni fondamentali nel corso degli episodi. Nel corso delle prime sei puntate, Rhaenyra e Alicent (futura moglie di Re Viserys) sono rispetttivamente interpretate da Milly Alcock e Emily Carey, successivamente però, dal momento che la serie ricopre diversi anni, le due attrici verrano sostituite per il finale di stagione da Emma Darcy e Olivia Cooke.
Re Viserys è interpretato da Paddy Considine che regala un’interpretazione magistrale che lo proietta direttamente ai prossimi Emmy Awards da protagonista assoluto. Suo fratello Daemon invece, è interpretato dal ben più noto Matt Smith.
La principessa Rhaenys e il suo consorte, Lord Corlys sono interpretati rispettivamente da Eve Best e Steve Toussaint; mentre il primo cavaliere del Re, nonché padre di Alicent, Otto Hightower è Rhys Ifans.
Recensione House of the Dragon
Come già accennato nell’introduzione di questo articolo, erano in pochissimi ad aver fiducia in questo nuovo progetto, ma dopo aver visto il primo ciclo narrativo, dobbiamo ricrederci tutti, perché House of the Dragon è degna di paragoni con le prime stagioni della serie madre.
Nella serie ideata da Ryan Condal (con la supervisione costante di Martin) c’è tutto ciò che ci ha fatto appassionare alle vicende di Westeros: politica, intrighi, tradimenti, incesti, lotta per il potere e questa volta molto più spazio per maestosissimi draghi che ricoprono i cieli di Approdo del Re e Roccia del Drago. Seppur penalizzati dalla CGI, i draghi si rivelano fondamentali per le sorti del regto, in particolare negli ultimi due episodi di questa prima stagione. D’altronde non dimentichiamoci che stiamo parlando dei Targaryen, gli unici nei Sette Regni capaci di domare queste creature.
La stagione si apre presentandoci questo mondo che anticipa le vicende narrate in GoT, e lo fa con un ritmo incalzante che non lascia spazio ad inutili perdite di tempo, perché le cose da mostrare sono fin troppe. Milly Alcock nei panni di una giovane Rhaenyra è perfetta, ci introduce a quelli che saranno gli obiettivi futuri del suo personaggio, che raggiungerà il culmine con l’intepretazione di Emma Darcy. Così come tutto il resto del cast, che coralmente garantisce una messa in scena che funziona in modo eccellente. Nessun episodio annoia perché accadono eventi in successione che non ti permettono di respirare e di conseguenza anche quelli più macchinosi, ti tengono incollato allo schermo alla ricerca di una chiave di lettura che possa risolvere tutta la situazione.
Una lotta per il trono senza risparmi, perché chi desidera regnare sui Sette Regni non può lasciarsi compiacere da un volto familiare. Questo però, non interessa al personaggio di Paddy Considine, che continua a ripetere alla sua consorte che nonostante sia arrivato un erede maschio, la discendenza passerà nelle mani di sua figlia. La cosa non va giù al popolo e nè tantomeno al nonno del nuovo arrivato, nonché Primo Cavaliere che cercherà in ogni modo di garantire l’ascesa di suo nipote, senza risparmiare nessuno.
Il comparto scenografico è magistrale nella realizzazione dei costumi, delle atmosfere e degli ambienti, pecca soltanto in alcune parrucche che regalano un effetto fin troppo “cotonato”. Lo stesso si può dire della fotografia e della regia: nessun azzardo, ma una luce fioca che circoda i momenti più tenebrosi, così come la totalità di buoi presente in alcuni episodi, per culminare con il cielo squarciato solo dai fulmini nel corso dell’ultima puntata. Un lavoro che vede sicuramente il sostegno di George Martin, ma che trova il coraggio di separarsi in alcune scelte, per rappresentare al meglio vicende che nei libri vengono trattate più lentamente, in modo da garantire una visione più scorrevole e adrenalinica.
I sentimenti giocano un grande ruolo in questi primi episodi, c’è spazio per l’odio incontrastato, per l’amore nei confronti dei propri figli da parte di diversi personaggi, ma anche per un amore peccaminoso che fa lunghi giri prima di chiudere definitivamente il cerchio. La psiche dei personaggi si rivela altrettanto importante, perché nei continui faccia a faccia che ci vengono mostrati, nessuno rivela mai le sue vere intenzioni. Ogni brindisi festoso, ogni sorriso felice rivela in realtà pensieri totalmente opposti. Forse è proprio vero che “Quando nasce un Targaryen, gli dei lanciano una moneta”.
Conclusione
Una prima stagione che ci sentiamo di promuovere, non a pieni voti, ma con una larghissima sufficienza sopra ogni nostra più rosea aspettativa. In attesa che la Danza dei Draghi abbia davvero inizio, anche se a quanto pare ci vorrà ancora qualche anno. Voci di corridoio riferiscono di una seconda stagione non prima del 2024.
Intanto ne siamo usciti follemente innamorati di una delle casate che ha fatto la storia di Westeros e di quel trono tanto desiderato e aspettando i nuovi episodi, troveremo il modo di finire i libri che hanno dato il via a questa nuova avventura. Vi lasciamo con una citazione presa proprio da lì e che si ricollega direttamente all’ultimo episodio visto:
Poi è scoppiata la tempesta, e i draghi hanno ballato”.