Recensione Black Widow film Marvel con Scarlett Johansson

Recensione Black Widow film Marvel con Scarlett Johansson


REGIA: CATE SHORTLAND
DURATA: 134 min.
CAST: SCARLETT JOHANSSON, FLORENCE PUGH, DAVID HARBOUR, RACHEL WEISZ, O-T FAGBENLE, OLGA KURYLENKO, RAY WINSTONE, WILLIAM HURT.

“Black Widow” è il ventiquattresimo lungometraggio del MCU (Marvel Cinematic Universe) e si focalizza sul personaggio di Vedova Nera alias Natasha Romanoff, apparsa per la prima volta sul grande schermo in “Iron Man 2” nel 2010.

Trama Black Widow

La storia di “Black Widow” si inserisce nel solco temporale tra “Capitan America: Civil War” e “Avengers: Infinity War”, precisamente subito dopo il film del 2016 che vede le due fazioni di supereroi divise per l’entrata in vigore degli Accordi di Sokovia.

Proprio per aver violato tali accordi Natasha Romanoff è ricercata dalle forze governative guidate dal Segretario di Stato Thaddeus Ross. Con l’aiuto del suo amico Rick Mason, si rifugia in Norvegia in un posto isolato e tranquillo in attesa che si calmino le acque.

Il film si apre però con un flashback risalente al 1995 in Ohio, dove gli agenti sovietici sotto copertura Alexei Shostakov e Melina Vostokoff fingono di condurre una vita normale in un quartiere residenziale insieme alle figlie Natasha e Yelena. In seguito al furto di un floppy disk contenente informazioni essenziali per il governo russo, Alexei e famiglia devono fuggire e rifugiarsi a Cuba, dove il loro capo Dreykov fa portare via le bambine per essere addestrate nella cosiddetta Stanza Rossa.

Alcuni anni dopo, capiamo che Shostakov è stato incarcerato mentre Natasha, unitasi allo S.H.I.E.L.D., fa esplodere l’ufficio di Dreykov uccidendo apparentemente lui e la figlia Antonia.

Tornati al presente, mentre Natasha si nasconde in Norvegia, Yelena fa ancora parte dell’organizzazione di Dreykov (che è ancora in vita) dedita al reclutamento di ragazzine con l’obiettivo di trasformarle in Vedove Nere, perfette spie addestrate e condizionate mentalmente per combattere e uccidere a comando.

Inseguendo una Vedova Nera ribelle, Yelena entra in contatto con una sostanza che la libera dal controllo mentale esercitato da Dreykov scoprendo che ciò è merito di alcune fiale che agiscono sui recettori olfattivi. La ragazza decide quindi di spedire le fiale a Natasha, con la quale ha interrotto ogni rapporto molti anni prima, nella speranza che la sorella la aiuti a salvare le altre Vedove Nere.

Le due si incontrano a Budapest e, in seguito a una rocambolesca fuga da Taskmaster (supersoldato mercenario sguinzagliato da Dreykov che combatte replicando esattamente le mosse dell’avversario), decidono di recarsi in Siberia per liberare Alexei dalla prigionia in modo che possa aiutarle a trovare la Stanza Rossa e sconfiggere definitivamente Dreykov.

Azione e Intrattenimento per i fan Marvel

Il film dedicato a Natasha Romanoff, personaggio che i fan hanno tristemente salutato durante “Avengers: Endgame”, doveva uscire nei cinema a maggio 2020 ma, data la pandemia globale, è stato rimandato varie volte fino a uscire nelle sale e su Disney+ (con accesso VIP) a partire dal 7 luglio 2021.

L’effetto di “fuori tempo massimo” potrà quindi permearne la visione, considerando anche che nel frattempo sono uscite su Disney+ le serie Marvel “Wandavision” e “The Falcon and the Winter Soldier” che hanno portato avanti le vicende della nuova fase del MCU.

Ciononostante, “Black Widow” funziona come film a sé stante e, mentre si addentra nel passato di uno dei – pochi – personaggi femminili legati al mondo degli Avengers, è un’ottima occasione per rivedere Natasha (una Scarlett Johansson in grande forma) ancora in azione in una spy story che parla di agenti sotto copertura, legami famigliari e condizionamento mentale.

Avvincente nelle numerose scene di inseguimenti, lotte corpo a corpo ed esplosioni, il pregio della pellicola è in realtà l’incentrarsi sul rapporto tra i membri della famiglia “fittizia” composta dalle sorelle Natasha e Yelena e dai genitori Alexei e Melina. In nome di un fine più grande, le due ragazzine hanno conosciuto solo per un breve periodo il concetto di affetto famigliare che, in seguito, gli è stato strappato via dicendo loro che era solo una bugia. Tra una Natasha più cinica e una Yelena più rancorosa (interpretata da un’ottima Florence Pugh), la “reunion” di famiglia porterà i quattro membri a confrontarsi sul passato per riflettere sul sacrificio personale in nome di un ideale politico che cancella l’infanzia di giovani russe per trasformarle in macchine da guerra.

Il sottotesto femminile e il nuovo personaggio di Yelena

Proprio il destino a cui vengono sottoposte queste ragazze dalla Stanza Rossa è il motore che spinge Natasha a vendicarsi di Dreykov e della sua scellerata organizzazione, nonostante ci sarebbe piaciuto addentrarci maggiormente nel suo passato e nella sua trasformazione in Vedova Nera, se non altro per dare maggiore pathos al confronto finale col suo aguzzino, che non ha la potenza drammaturgica sufficiente per renderlo un villain veramente degno di nota.

Yelena Belova Marvel

Lo sfruttamento di donne private della loro umanità, finanche dei loro organi riproduttivi, viene affrontato sbrigativamente e non degnamente (per quanto coscienti che sia un blockbuster d’azione) dalla regista e dal team di sceneggiatori, preferendo concentrarsi su mirabolanti acrobazie, fortezze volanti che vengono fatte esplodere e combattimenti coreografati al millimetro.

In tutto ciò, colei che emerge veramente vincente alla fine della pellicola – non dimenticate ovviamente la scena post-credit di sicuro impatto – è Yelena, dotata di grande carisma e con una giusta dose di ironia, che sovente ruba la scena alla protagonista e che certamente rivedremo all’interno del MCU.

Black Widow: vale la pena vederlo?

Grazie ai personaggi di contorno, Yelena e Alexei su tutti (quest’ultimo interpretato da uno spassoso David Harbour, che i più riconosceranno come il buon Hopper della serie Netflix “Stranger Things”), “Black Widow” si conferma un buon prodotto di intrattenimento nella migliore tradizione Marvel che alterna azione concitata e ironia con momenti di introspezione, temi etici e politici.

Purtroppo, soffre un po’ della sindrome da nostalgia data dal fatto che si concentra su un personaggio ormai scomparso, e viene da chiedersi come mai abbiano aspettato così tanti anni per dedicare uno spin-off a Vedova Nera/Natasha Romanoff.

Non c’è dubbio però che questo sia il film ideale per gettare le basi della Fase Quattro del MCU, un mondo in continua espansione che non accenna a smettere di appassionare vecchi e nuovi fan.

Trailer Black Widow

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