Il film di Matteo Garrone Dogman (David di Donatello 2019 come miglior film e altri otto riconoscimenti) è un film (pre)potente.
Doloroso, terribile, cupo, desolato nello spazio, povero di colori e sorrisi, permeato di disperazione. Garrone, anche grazie agli sceneggiatori Gaudioso e Chiti ed alla fotografia di Nicolai Brüel, produce nello spettatore sin dal primo istante, allertato da un pitbull ringhiante e feroce, un’esperienza psicofisica di contatto con l’oppressione e con la sensazione di una minaccia dietro l’angolo.
Recensione Dogman
Il film trae spunto da un fatto di cronaca nera degli anni Ottanta, ma con il trascorrere dei minuti se ne discosta. Un tolettatore per cani, mingherlino e mansueto, amante del lavoro e degli animali, è amico di un pugile cocainomane, Simoncino (Edoardo Pesce), che terrorizza il quartiere. Solido il legame con la figlia, con cui condivide le immersioni in acqua, e con i vicini, con cui trascorre il tempo e gioca a calcetto, non manca di spacciare, per arrotondare i proventi del negozio e per donare alla figlia una vita normale e qualche vacanza. La brutalità ingestibile e folle di Simone affascina e inquieta il piccolo uomo, che lo teme, ma, al tempo stesso, lo protegge e aiuta, finché non viene risucchiato e schiacciato. Perde tutto ciò che ha costruito con fatica, sudore e sacrificio e, quando si rende conto di essere solo, non più benvoluto, decide di riscattarsi e di trasformarsi in un piccolo super uomo.
Il regista Garrone con dei primi piani quasi spettrali come se fossero radiografie indaga l’animo dei personaggi con panoramiche che restituiscono la desolazione di un paesaggio che difficilmente è possibile collocare geograficamente, comunicando così allo spettatore solo attraverso inquadrature magistrali l’universalità del tema trattato: quello della solitudine dei più deboli.
Garrone descrive in questo modo un mondo in cui il cane è il migliore amico dell’uomo ma l’uomo talvolta non è il migliore amico dell’uomo, dove non c’è spazio per gli occhi innocenti di Marcello che indagano l’infinito attraverso la finestra del suo negozio alla ricerca di una speranza inesistente. Una speranza che vorrà esse l’ultima a morire ma poi quella stessa luce si trasformerà in buio irreversibile.
Una storia di bullismo la sua, in cui alla crudeltà umana di un personaggio come Simoncino, la cui aggressività si esprime attraverso azioni istintive e animalesche, si somma l’incapacità delle istituzioni di agire. A ripristinare l’ordine ci proverà lo stesso “canaro”, tentando di riscattarsi senza riuscirci fino in fondo. Una catarsi che cadrà in catastrofe umana. Allo spettatore resta l’inquietudine di un film che centra in questo modo il suo obiettivo. Durante il film il pericolo sarà quello di frasi trasportare troppo al punto di sentirsi soli con quell’inquietudine e violenza che film mette in evidenza, dunque meglio guardarlo in compagnia.
Gli attori di Dogman da Marcello Fonte a Edoardo Pesce
La fotografia e la location insieme ai due attori principali, Marcello Fonte ed Edoardo Pece, rappresentano la spina dorsale del film.
Gli attori che compongono il cast di Dogman oltre ai protagonisti già citati sono: Nunzia Schiano, Adamo Dionisi, Francesco Acquaroli, Alida Calabria e Gianluca Gobbi.
Il progetto inizialmente era previsto per il 2006, ma il regista Garrone si ritenne insoddisfatto di cast e location. L’incontro con Marcello Fonte ha fatto la differenza e ha donato alla pellicola e alla storia un’umanità a tratti che forse nel film e nella realtà gioca a nascondino.
Infatti il regista ha dichiarato: “Ho iniziato a lavorare alla sceneggiatura dodici anni fa: nel corso del tempo l’ho ripresa in mano tante volte, cercando di adattarla ai miei cambiamenti. Finalmente l’incontro con il protagonista del film, Marcello Fonte, con la sua umanità, ha chiarito dentro di me come affrontare una materia così cupa e violenta, e il personaggio che volevo raccontare: un uomo che, nel tentativo di riscattarsi dopo una vita di umiliazioni, si illude di aver liberato non solo sé stesso, ma anche il proprio quartiere e forse persino il mondo. Che invece rimane sempre uguale, e quasi indifferente”.
Il film confermerà come l’illusione fa rima con disperazione. Quante volte nella vita ci illudiamo e in questo circolo vizioso proiettiamo le nostre stesse illusioni, paure, limiti e sofferenze. Così il personaggio di Marcello dovrà a un certo punto fare delle scelte tanto da mettere da parte la sua purezza e umanità fragile dando l’impressione di volersi vendicare.
Ma non è la vendetta il tema, bensì la solitudine sofferenza umana calata dentro un orizzonte desolato (il Villaggio Coppola presso Castel Volturno), dove il mors tua, vita mea diventa mors tua, mors anima mea e l’ultimo spiraglio di speranza e una bellezza mai raccontata se non nell’abbraccio con sua figlia resta sul fondo del mare.
Curiosità sul Film Dogman
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Scelta di Marcello Fonte
L’incontro tra Matteo Garrone e Marcello Fonte è avvenuto per una pura coincidenza: Fonte è attivista del Cinema Palazzo, dove si organizzano spesso spettacoli con detenuti. Marcello organizzava gli spettacoli il giorno in cui Matteo Garrone era li a visionare qualcuno per il cast del film, quindi conosceva bene le varie parti, e si trovò a sostituire un detenuto. Subito Garrone rimase colpito dall’umanità e dalla bravura di Fonte, e dichiarò: ‘Ha modi alla Buster Keaton, alcuni elementi comici tipici del cinema muto.”
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Reazione del Pubblico e della Critica
Dogman di Matteo Garrone ha avuto un grande successo al Festival di Cannes 2018, dieci minuti di applausi la ferma consacrazione della critica. A Marcello Fonte il premio più importante vincendo la Palma d’Oro per il migliore attore protagonista.
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La Richiesta di sequestro del film
Vincenzina Carricella, madre di Ricci, ha chiesto il sequestro del film, oltre a un risarcimento al regista Garrone. Secondo la donna il film mostra solo le parti negative del figlio mostrandola come una personabrutale e violenta. Il gip di Roma ha, però, successivamente per nostra fortuna respinto la richiesta.
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Garrone e Cannes
Il regista Matteo Garrone non è nuovo ad avere plausi e riconoscimenti, nello specifico al Festival di Cannes aveva già ottenuto delle vittorie con i film Gomorra e Reality.