“Le persone che ci amano non ci lasciano mai veramente. Possiamo sempre ritrovarle. Qui dentro. [Nel cuore]”
Nel 2004, mentre i fan della saga attendevano con trepidazione il sesto libro della saga di Harry Potter, la Warner annunciava l’uscita del terzo capitolo: Harry Potter e il Prigioniero di Azkaban.
Trama Harry Potter e il Prigioniero di Azkaban
La trama, più complessa rispetto ai primi due capitoli, ruota intorno alle avventure di Harry Potter che, ormai arrivato al suo terzo anno nella Scuola di Magia e Stregoneria di Hogwarts, deve guardarsi le spalle ancora una volta a causa di un nuovo pericolo: l’assassino Sirius Black è evaso da Azkaban, il carcere magico di massima sicurezza, ed ora gli da’ la caccia. Riuscirà Harry a tenere compatto il golden trio, in un mondo che sembra brulicare sempre più di pericoli?
Maturazione del Terzo Capitolo
Con il terzo film, la saga compie notevoli passi avanti. Si abbandona completamente l’impostazione fiabesca presente nei primi due film, che già nel secondo capitolo andava scemando, che lascia spazio ad un tono cupo, spesso agghiacciante, introducendo alcuni elementi che tendono ad accentuare il lato oscuro della pellicola.
Cuarón ha fatto in modo che i momenti più importanti del film andassero tutti in un’ unica direzione , non mostrandosi mai sdolcinato ma, quasi sempre, cinico e, a tratti, duro.
Basti pensare alla scena iniziale nell’Hogwarts Express, in cui Harry incontra, per la prima volta, i Dissennatori, guardiani di Azkaban, che, nutrendosi della felicità degli esseri umani, seminano tristezza e depressione.
Per evidenziare la presenza di queste terribili creature nel mondo magico, il film si svolge in penombra, un ambiente austero e il sole non è quasi mai presente.
Tutto ciò, agli occhi dello spettatore, abituato a vedere un mondo in cui la magia domina su tutto, può sembrare demoralizzante, anomalo, ma funziona egregiamente, soprattutto se si pensa al contesto in cui i protagonisti sono costretti a vivere: Sirius Black è riuscito a penetrare nel castello ed ora Hogwarts non è più un luogo sicuro.
Sotto questo punto di vista, il regista messicano ha confermato le sue straordinarie doti stilistiche, dimostrando di essere attento ad ogni singolo dettaglio.
Nuovi Personaggi e Scoperte
Il terzo film, per la prima volta dall’inizio della saga, sconvolge tutte le carte in tavola: la casa produttrice decide di non riconfermare Chris Columbus, rimpiazzandolo con un regista più maturo, Alfonso Cuarón, reduce da una nomination agli Oscar per ‘Y tu mamà también’.
Il cast, che riconferma i tre protagonisti Daniel Radcliffe, Rupert Grint ed Emma Watson, mette a segno tre importanti acquisti: David Thewlis, nel ruolo dell’enigmatico professor Remus Lupin, Gary Oldman, nel ruolo del famigerato pluriomicida Sirius Black, e Micheal Gambon, il nuovo professor Albus Silente.
La sceneggiatura, accuratamente visionata dal veterano Kloves, si mostra capace di trattare temi ancor più duri rispetto a quelli dei primi capitoli, uno su tutti quello del tradimento.
Anche questo film, che consacra la maturazione di tutti i personaggi, lascia un messaggio ben preciso: in un momento difficile, in una situazione in cui a vincere è la paura, anche le persone più fedeli e gli amici più sinceri possono tradirti.
Vengono introdotti i Malandrini, la banda composta, tra il 1971 e il 1978, da James Potter (Adrian Rawlins), Sirius Black (Gary Oldman), Remus Lupin (David Thewlis), e Peter Minus (Timothy Spall).
Fu proprio uno dei Malandrini, nella notte del 31 ottobre 1981, a vendere la vita di James Potter e Lily Evans a Lord Voldemort.
Questa scoperta, che sarà la chiave di volta della pellicola, farà maturare in Harry la voglia di vendicare i propri cari, rendendolo impassibile di fronte a tutti i pericoli che dovrà affrontare per scoprire la verità.
Il mondo magico che abbiamo conosciuto nei primi due capitoli, ora lascia spazio ad un mondo in cui le forze del male stanno prendendo il sopravvento, in cui nessuno è più al sicuro e che ha tanti segreti da svelare.
Curiosità Harry Potter e il Prigioniero di Azkaban
- Per creare o Dissennatori il team degli effetti speciali impiegò sei mesi. Ad Alfonso Cuaròn inizialmente non piacevano le tecniche CGI, voleva utilizzare tecniche più tradizionali, come i burattini ma sarebbe stato quasi impossibile e molto costoso da realizzare, così decisero di utilizzare la CGI.
- Una clausola nel contratto di Alfonso Cuaròn gli proibiva di dire parolacce davanti ai ragazzi sul set.
- Per conoscere meglio i personaggi, Alfonso chiese a Dan, Rupert e Emma di scrivere un saggio su Harry, Ron e Hermione. Emma consegnò un saggio di 16 pagine, Daniel scrisse un riassunto di una pagina e Rupert niente. “È così che farebbe il mio personaggio” si giustificò.
- Quando Fred e George mostrano a Harry la Mappa del Malandrino nel castello si aggira…Newt Scamander! Si tratta dell’autore di Gli Animali Fantastici: Dove Trovarli interpretato da Eddie Redmayne nell’omonimo film.
- L’unico film di Harry Potter dove nessuno viene ucciso o muore.
Considerazioni Finali
Le note thriller che Cuarón riesce a donare al film, facendolo allontanare dal genere fantasy, fanno percepire la tangibile crescita dei personaggi che viene messa in evidenza proprio grazie alla dinamicità delle scene e al crescendo di tensione che conferiscono al film quella atmosfera oscura che caratterizza il mondo magico in questo capitolo e non solo; anche i personaggi vengono avvolti da un senso di cupidigia che li porta inevitabilmente ad intraprendere la strada del mondo degli adulti, allontanandosi sempre di più dalla loro innocenza infantile. Il prigioniero di Azkaban presenta un salto di qualità attoriale notevole non solo per le new entry, ma anche per i giovani protagonisti, la cui bravura, anche nei film a venire, è sempre un crescendo. Un capitolo imperdibile che vi farà appassionare ancor di più alla saga.