Quando stai annegando non pensi “Sarei molto grato se qualcuno se ne accorgesse e venisse a salvarmi“. Devi solo urlare. Le parole di John Lennon sono un’ottima presentazione della pellicola La Paranza dei Bambini. Sentite anche voi le loro grida?
Recensione La Paranza dei Bambini
La paranza dei bambini è il grido non solo dei ragazzi di Napoli ma di Roma, Milano, Palermo ecc. Grida di ragazzi che vogliono essere protagonisti e non più comparse. Adolescenti che vogliono diventare rapidamente grandi sostituendo gli adulti che diventano spettatori inermi. Uno scambio di ruoli. Un gioco che però finisce male, perchè si gioca con il fuoco che brucia l’anima e non con l’acqua che rende innocenti.
«Abbiamo incontrato quattromila ragazzi. Non dico per dire, quattromila sul serio, per arrivare a trovare gli otto protagonisti». Parole del regista Claudio Giovannesi che ci presenta un cinema che va incontro sempre di più alla realtà non per raccontarla semplicemente ma per filmarla e renderci partecipi del film non con il copione ma con il vissuto quotidiano.
Andiamo per ordine. Idea di Roberto Saviano. Dimentichiamoci di Gomorra sia per la storia sia per l’evoluzione. Partiamo dalla dedica del romanzo da cui il film è tratto:”Ai morti colpevoli. Alla loro innocenza”. Il film parte dall’innocenza adolescenziale per poi evolversi in un vortice di violenza e giochi di potere da cui non c’è via d’uscita. Il crimine, nel caso del film il regista, ha messo “a pazziella in mano e’ criature”.
Claudio Giovannesi ha trascorso un paio di anni a Napoli, tra Rione Sanità e i Quartieri spagnoli, dove è ambientato il film. Ha passato diverso tempo nei baretti, nelle sale giochi, per strada. Il film è nato attraverso quegli incontri. Un casting porta a porta, per strada, nei vicoletti di Napoli. Non conosceva per niente quella realtà, rispetto ai ragazzi era quello che ne sapeva di meno di tutti. Il vero lavoro è stato conoscere il luogo, le persone. Uno degli strumenti cinematografici che contraddistingue Giovannesi è la mancanza del ciack. Non vuole che il set si distacchi troppo dalla realtà. In più i giovani, diventati quasi per caso attori, ricevevano durante le riprese del film il copione giorno per giorno così da girare tutto di un fiato e crescere insieme alle scene, insieme al film.
Trama La Paranza dei Bambini
La trama del film, unico lungometraggio italiano presentato al festival di Berlino, parla di una generazione nuova che vuole cambiare tutto, vuole distruggere le regole del mondo dei vecchi e imporre il proprio idealismo. Un gruppo di minorenni si arma,all’inizio come se fosse un gioco, inizia a lavorare per la vecchia Camorra e decide ad un certo punto di prendere il potere nel proprio quartiere per porre fine all’estorsione e alla paura attraverso una violenza senza controllo, infantile ed impacciata. Non sono figli di criminali ma figli di famiglie oneste che scelgono il crimine per fare del bene. Un paradosso che gela il sangue. Quasi come dei principi dei ladri. Una sorta di Robin Hood 2.0 . I ragazzi girano in branco usando gli scooter come fossero i cavalli. Più aumenta il loro potere più aumentano i cavalli dei loro motorini. La loro foresta di Sherwood è rappresentata dai quartieri dove sono nati e cresciuti.
Le zone di Napoli dunque fanno da background alla vicenda, le strade della Sanità e dei Quartieri Spagnoli, la piazzetta davanti all’Istituto Universitario Orientale, tutto il centro storico della città . Questo è un racconto di iniziazione al crimine ma è anche un racconto che va oltre. Storie di adolescenti di un mondo che va oltre Napoli e che a volte stona con ciò che si presta a raccontare e farci vivere. Quando il protagonista, conquistato il quartiere, ucciso chi va ucciso, litiga con il fratello piccolo che gli ha finito le crostatine per colazione ma per fortuna arriva la madre a mettere pace spiegando che ne ha comprate alcune in più.
Questa è La paranza dei bambini: non raccontare cuori neri ma cuori teneri che prendono le strade peggiori. Spiderman che si trasforma in Venom. Una Justice League” pezzotta” e distorta. Non lo sanno ma sono il primo pericolo di se stessi. Adolescenti che si innamorano. Ragazzini che si vestono con abiti firmati. Qualcosa di comune e non di straordinario. Il problema è quando ciò che è straordinario diventa ordinario, come minacciare, sparare ed uccidere.
Questo film ci racconta in modo brutale l’innocenza. Un film che non porterà ad emulare ma a riflettere su qualcosa che esiste e che c’era anche prima del film. Giovannesi vuole raccontarci la realtà in un sogno. Perchè nella brutalità troviamo il romanticismo. Nella violenza troviamo l’innocenza. Nella vendetta tocchiamo con mano l’amore per la famiglia e per gli amici.
D’Avenia scriveva “I sogni sono come le stelle: le vedi brillare tutte quando le luci artificiali si spengono, eppure stavano lì anche prima. Eri tu a non vederle, per il troppo chiasso delle altre luci.“ Quei ragazzi c’erano già prima che le luci del film si accendessero. Il romanzo e poi il film ci tolgono solo il chiasso e non la speranza di vedere ragazzi prendere altre strade illuminate da buoni consigli e da una realtà, da un paese , da uno stato che non giudica ma comprende e guida.
Cast La Paranza dei Bambini
Dei quindicenni, Nicola, Tyson, Biscottino, Lollipop, O’Russ, Briatò, interpretati da Francesco Di Napoli, Viviana Aprea, Mattia Piano Del Balzo, Ciro Pellecchia, Ciro Vecchione, che vogliono fare soldi, comprare vestiti firmati e fare la bella vita sui loro scooter con l’obiettivo di ottenere il potere nel loro rione, il Rione Sanità. Sono come una famiglia, dei fratelli che non temono la morte e non hanno paura di finire in galera.
Trailer La Paranza dei Bambini