Oggi 4 novembre 2022 Manifest è finalmente atterrato su Netflix con i primi dieci episodi della quarta e ultima stagione, salvata miracolosamente dal colosso dello streaming.
Un crescendo di emozioni episodio dopo episodio, scanditi perfettamente dalla solita colonna sonora piena di suspense, ci accompagna in questo ultimo viaggio alla scoperta dei fatti successi al volo 828 in quel fatidico 4 novembre 2018. La scelta della data d’uscita infatti non è affatto a caso, in quanto coincide esattamente con l’atterraggio dei passeggeri cinque anni e mezzo prima degli attuali avvenimenti. Chissà che la seconda parte non arrivi proprio il 2 giugno 2023, giorno della data di morte.
Recensione NO SPOILER, continuate tranquilli la lettura.
Manifest 4 prima parte: sinossi
Due anni dopo il brutale omicidio piombato sulla famiglia Stone, le loro vite sono nel caos. Ben (Josh Dallas) non riesce a prendere in mano la propria vita e si concentra disperatamente sulla ricerca della figlia rapita da Angelina. Consumato dal dolore abbandona il ruolo di co-capitano della scialuppa di salvataggio, lasciando a Michaela (Melissa Roxburgh) il pieno comando, ostacolato però da un registro del governo che monitora qualsiasi movimento dei passeggeri. Nel bel mezzo del caos, in cui un seria killer spietato si accanisce con il volo, un passeggero sconosciuto arriva con un pacco per Cal (Ty Doran), che si rivelerà la chiave per scoprire finalmente il segreto delle chiamate e cosa è successo al volo 828.
Manifest 4 prima parte: tre motivi per guardarlo
Jeff Rake, showrunner e produttore esecutivo della serie, lo aveva detto appena la serie fu salvata da Netflix (leggi qui le sue parole), non dovevamo preoccuparci che con la nuova produzione la storia sarebbe cambiata o non avrebbe avuto una giusta conclusione. Eravamo di fatto terrorizzati, soprattutto noi temerari che abbiamo iniziato la serie su Mediaset nel 2018 quando gli ascolti scarseggiavano e nessuno si filava questa perla; questa volta, grazie al cielo, è andata bene per tre semplici motivi che vediamo ora insieme.
Manifest 4 prima parte: velocità e risposte
Le prime tre stagioni di Manifest sono state caratterizzate da una linea narrativa abbastanza lenta, che impiegava circa quattro o cinque episodi per dirci una cosa semplicissima (non a caso Rake aveva previsto altre tre stagioni). In questo caso non è cosi, tutto va molto più velocemente (anche perché gli episodi a disposizione sono solo 20 e le risposte ce le devono dare), in coerenza con i fatti, senza lasciare buchi qua e là. E ragazzi, questo non era affatto scontato se si considera che di sei stagioni sono rimasti solo pochi episodi per dare un finale degno di essere chiamato tale. Non è scontato nemmeno se si considera la serie a cui Manifest è continuamente paragonata, LOST: immortale serie tv che appassionerà gli spettatori anche tra quarant’anni nonostante essi si rendano conto degli scivoloni delle ultime stagioni (LOST è cultura generale, ma si abbandona al no-sense diciamolo). Il fatto è che Manifest non è una brutta copia di LOST, essa si è solo ispirata a quest’ultima apportando un vantaggio non da poco: riuscire a dare l’unica spiegazione possibile e soprattutto credibile per una serie tv di genere drama fantascientifico, senza cadere nel ridicolo (anche se in questa parte ricorda la serie del 2004, per la scelta di narrazione del passato tramite flashback continui, un po’ troppi e poco delineati).
Manifest 4 prima parte: storyline avvincenti, aspettate si ma mai noiose
Il secondo motivo si nasconde dietro la narrazione delle storyline e la crescita dei personaggi. Molto brevemente diremo che in particolar modo la storyline di Cal è stata rispettata, dando finalmente un senso al suo ruolo. La crescita del personaggio è notevole, pur sempre rimanendo il bambino spaventato pronto a tutto per salvare la propria famiglia. Acquista forza e determinazione anche se si lamenta un po’ troppo, plausibile però considerando il senso di colpa che lo attanaglia, arrivando finalmente alla coscienza di ciò che deve fare. Ce lo aspettavamo? SI. È stato noioso? Assolutamente no! La storyline di Zeke (Matt Long), invece, non si sa dove vuole andare a parare, perlomeno in qualche punto. Per circa 10 secondi sembra ovvio l’obiettivo del suo cambiamento, il frangente dopo non si sa più nulla, arrivando però a capire perlomeno perché abbia avuto una seconda chance. Per il resto i personaggi hanno mantenuto i loro tratti caratteristici in particolare Michaela, sempre pronta ad immolarsi per la scialuppa e per la famiglia, e Jared contraddistinto dalla fiducia e dal coraggio.
Manifest 4 parte 1: test superato a pieni voti
L’ultimo motivo per cui Netflix non ha fatto un disastro è proprio essere riuscito a mantenere lo stesso livello di suspense e avventura senza stravolgere nulla, superando il test a pieni voti, almeno secondo noi di Movie Blog. Questi dieci episodi ci hanno dato in parte delle risposte, senza mai dirci veramente cosa sia successo, questo è chiaro, ma almeno sappiamo dove erano finiti i passeggeri. Speriamo solo che negli ultimi dieci episodi si arrivi ad una conclusione e tutto venga chiuso, perché da dire c’è ancora molto, forse troppo, il destino di fronte è ancora peggio e il rischio di lasciare cose al caso è molto alto, ma ci fidiamo di Jeff Rake.
Correte a vedere Manifest 4 su Netflix perché anche se hanno cambiato traduzione: È TUTTO COLLEGATO.