Scene di un matrimonio finito
Nicole e Charlie vivono a New York, sono sposati e hanno un figlio piccolo. Entrambi lavorano nella stessa compagnia teatrale, lui come regista, lei come attrice. Per un motivo o per un altro il loro matrimonio è giunto al capolinea e in seguito ad un’inconcludente terapia di coppia unita al tentativo maldestro di una separazione consensuale senza avvocati, decidono di divorziare nella maniera più classica, brutale e “americana”, reclamando alimenti e contendendosi la custodia del figlio in un’aula di tribunale mentre i loro strapagati legali fanno la parte dello squalo.
A prima vista la trama del film di Noah Baumbach, regista e sceneggiatore tra i più importanti esponenti del cinema indipendente americano degli ultimi anni, non inventa nulla di nuovo. Ma il suo stile si sente eccome: partendo da una storia familiare e intima, scandaglia il rapporto di coppia nella fase terminale con un copione arguto e ben equilibrato, arricchito da dialoghi e caratteri genuini.
Riesce a ritrarre due individui complessi e autentici nella loro quotidianità, con i problemi di chiunque, in bilico tra lavoro e vita privata, tra l’essere madre – e padre – e dover fare i conti con le aspettative della società, della famiglia, del coniuge persino. Lo fa senza sbavature o inutili orpelli, con uno sguardo diretto e un uso sapiente dei primi piani verso i due elementi della coppia in disgregazione, raccontando il punto di vista di entrambi ed evitando schieramenti verso l’uno o l’altro.
Marriage Story: un cast perfetto
Oltre alla regia e allo script di Baumbach il punto di forza del film è la prova del cast, semplicemente perfetto: nei panni di Nicole e Charlie, Scarlett Johansson e Adam Driver regalano quelle che forse sono le performance più convincenti delle loro rispettive carriere. La prima, ultimamente troppo persa nei costumi di Vedova Nera dell’Universo Marvel, torna alle atmosfere che ci avevano fatto innamorare di lei ai tempi di Sofia Coppola e Woody Allen, grazie a un personaggio sfaccettato di donna in carriera/moglie/madre fragile e insicura ma anche volitiva e combattiva.
Driver d’altro canto ha avuto un exploit negli ultimi anni, alternando produzioni blockbuster (la nuova trilogia di “Star Wars”) a pellicole indipendenti come il bellissimo “Hungry Hearts” di Saverio Costanzo, dove già aveva dato una grande prova nel ruolo di marito in difficoltà. Qui si conferma interprete convincente e sottile, lavorando di sottrazione, alternando silenzi a esplosioni di ira con un’intensità disarmante. Senza nulla togliere alla Johansson, il suo Charlie lascia letteralmente senza fiato, soprattutto nei minuti finali, a parere del sottoscritto i più commoventi della pellicola.
Menzione d’onore anche per Laura Dern nei panni dell’avvocato divorzista di Nicole, portavoce della parità di genere e agguerrita femminista, che ruba letteralmente la scena ai protagonisti; a lei spettano i momenti più esilaranti del film, come il monologo sul destino della Vergine Maria, da applausi a scena aperta.
Un successo di critica
Non sarei sorpreso nel vedere un’incetta di nominations agli Oscar per “Storia di un matrimonio”, visto anche che ha già collezionato i favori della Hollywood Foreign Press con ben sei candidature ai prossimi Golden Globe.
Già soprannominato il “Kramer contro Kramer” del Ventunesimo secolo, il film di Baumbach – disponibile su Netflix dal 6 dicembre – colpisce per la sua autenticità nell’analisi profonda e mai banale dei sentimenti e delle dinamiche familiari, restituendoci personaggi di grande empatia e situazioni a metà tra il comico e il drammatico, a cui possiamo facilmente relazionarci.
Emozionante e commovente al punto giusto, ci fa riflettere sulle nostre potenzialità come individui e sul bagaglio che portiamo all’interno della coppia, con una domanda che impera su tutte: quanto di noi stessi siamo disposti a sacrificare in nome della felicità dell’altro?
Trailer Marriage Story
Scheda Tecnica
USA, 2019
REGIA: NOAH BAUMBACH
DURATA: 136 min.
CAST: Scarlett Johansson, Adam Driver, Laura Dern, Alan Alda, Ray Liotta, Azhy Robertson, Julie Hagerty, Merritt Wever