MASCHILE SINGOLARE
ITALIA (2021)
REGIA: ALESSANDRO GUIDA E MATTEO PILATI
DURATA: 101 min.
CAST: GIANCARLO COMMARE, EDUARDO VALDARNINI, GIANMARCO SAURINO, MICHELA GIRAUD, CARLO CALDERONE, BARBARA CHICHIARELLI, LORENZO ADORNI.
“Maschile singolare” è la nuova commedia diretta da Alessandro Guida e Matteo Pilati, disponibile su Amazon Prime Video dal 4 giugno.
Trama Maschile singolare
Antonio è un giovane architetto disoccupato con la passione per la pasticceria. È sposato con Lorenzo, da cui dipende in tutto e per tutto, sia a livello economico che personale.
La notizia che Lorenzo ha una storia extraconiugale da un anno e mezzo è quindi un fulmine a ciel sereno per Antonio, che all’improvviso vede la sua vita capovolta e senza più un punto di riferimento. Spronato dalla migliore amica Cristina, trova una camera dove alloggiare e fa l’incontro con Denis, l’affittuario, ragazzo a dir poco intraprendente nei confronti degli incontri – e dei rapporti – casuali. Tramite lui Antonio conosce il proprietario di un forno, Luca, che sta cercando una persona come apprendista. Questa nuova prospettiva professionale e il fatto di essere nuovamente single spingono Antonio a intraprendere un cammino di presa di coscienza di sé per scoprire quello che davvero vuole dalla vita.
Una commedia “Rainbow” dai temi universali
“Maschile singolare” è una commedia dai toni freschi e leggeri con al centro personaggi omosessuali, ma ciononostante la storia tratta di vicende in cui chiunque può ritrovarsi.
Fortunatamente negli ultimi anni anche in Italia le opere di intrattenimento hanno iniziato a diversificare le loro narrazioni includendo sempre più spesso personaggi LGBT+, a volte con risultati notevoli mentre altre con esiti forzati o parodistici.
Il film di Alessandro Guida e Matteo Pilati rientra nel primo caso, considerando anche il fatto che qui l’omosessualità dei protagonisti non è più un tabù da sfatare o un tortuoso percorso di accettazione da attraversare, bensì una condizione di “normalità” nella società del ventunesimo secolo.
Il fatto che Antonio e Lorenzo siano sposati (o uniti civilmente) e decidano di separarsi cristallizza un momento storico in cui sembrano superate (quasi del tutto) le valenze drammatiche o tragiche di un personaggio dichiaratamente gay per essere finalmente dipinto come chiunque altro, senza quei fastidiosi sottotesti di militanza o sbandieramento fine a sé stesso.
Una premessa che per molti sembrerà scontata, ma che d’altro canto evidenzia quanto ancora oggigiorno nelle pellicole italiane manchi una efficace e realistica rappresentazione.
Il valore della propria individualità
Uno dei punti di forza di “Maschile singolare” può essere riassunto nelle parole che Denis, in un momento di saggezza, pronuncia a uno sconsolato Antonio:
Fin da piccoli ci dicono che per essere felici bisogna essere in due, poi cresci e ti fai le tue regole.
Una frase esemplare per capire quanto la nostra società molte volte ci costringa in dei ruoli che non ci appartengono, ma che sembra dobbiamo per forza assumere in base alle aspettative degli altri.
Il percorso di Antonio fa luce su questa sorta di “prescrizione” forzata, dicendoci che la felicità non si trova per forza all’interno di una relazione né tantomeno che i nostri sogni o desideri debbano andare di pari passo con quelli del partner. Chiunque di noi in un momento della vita può essersi ritrovato, come Antonio, in un rapporto sbilanciato nel quale si sacrifica molto di sé in nome dell’altra persona, pensando che questo serva a far funzionare una relazione. Niente di più sbagliato: alla fine per stare bene in due bisogna innanzitutto stare bene con sé stessi, scoprendo cosa ci rende veramente felici singolarmente.
Un cast giovane proveniente dalle serie tv
I registi Alessandro Guida e Matteo Pilati hanno realizzato una pellicola onesta e divertente, seppur con qualche imperfezione nella sceneggiatura e sovente calcando troppo la mano con alcuni cliché (soprattutto nel caso del personaggio di Denis) e infarcendo la storia con twist narrativi discutibili, che non sveleremo per evitare di anticipare la conclusione degli eventi.
Ciò che sicuramente funziona è il cast in ottima forma, a partire dal trio di protagonisti con in testa Giancarlo Commare, che tratteggia il carattere introverso di Antonio e la sua evoluzione con spontaneità senza essere mai sopra le righe. Così come Gianmarco Saurino nei panni dell’affascinante e apparentemente distaccato Luca, il fornaio, con il quale Antonio intrattiene una relazione (puramente?) sessuale. Eduardo Valdarnini, alias lo smaliziato e incontenibile Denis, si cala con abilità in un ruolo che rasenta il macchiettistico ma che alla fine rappresenta la cifra comica del film (insieme a Michela Giraud che interpreta Cristina).
Tutti e tre i giovani attori provengono dal mondo della serialità: Commare era uno dei protagonisti di “Skam Italia”, Saurino ha recitato in varie fiction di successo di Raiuno tra cui “Che Dio ci aiuti” e “Doc – Nelle tue mani”, mentre Valdarnini lo ricordiamo in “Suburra – la serie”, trasmessa da Netflix.
Vale la pena vederlo?
Il passaggio del film esclusivamente sulla piattaforma di Amazon Prime potrebbe essere un fattore negativo per la popolarità di un’opera prima come questa, sacrificata da una limitazione dei mezzi produttivi e che a volte inciampa nei suoi stessi passi.
Non vi è dubbio però che l’intera operazione trasmetta un senso di dedizione e di buone intenzioni – sia dietro che davanti la macchina da presa – che con altri e ben più corposi mezzi a disposizione sarebbe stata pienamente vincente; ciò fa ben sperare per il futuro della commedia italiana del ventunesimo secolo, troppo spesso (a torto o a ragione) bistrattata.
Nonostante i difetti, “Maschile singolare” è una commedia garbata che affronta romanticismo, amicizia, app di incontri e sesso con ironia, in grado di intrattenere un pubblico trasversale e far riflettere senza essere pretenziosa.