Pinocchio: quando l’Amore è un’avventura!
Il tanto atteso Pinocchio dell’accoppiata Garrone – Benigni è arrivato…e non vedevamo il momento di sederci e gustarci questo lavoro che è stato in cantiere per alcuni anni…
Uscito nelle sale nel periodo natalizio, il 19 Dicembre 2019.
Il 24 ottobre 2016 è stato annunciato che Toni Servillo è stato scelto per essere il padre di Pinocchio, Geppetto. Due anni dopo, nell’ottobre 2018, fu annunciato che Geppetto sarebbe stato interpretato da Roberto Benigni (che aveva interpretato Pinocchio in un precedente adattamento diretto da lui stesso) che afferma a riguardo: “Un grande personaggio, una grande storia, un grande regista: interpretare Geppetto diretto da Matteo Garrone è una delle forme di felicità.” Probabile che dalla scelta di Benigni sia iniziato un viaggio nuovo, più vero e vicino allo spettatore.
Pinocchio, un’intramontabile icona
Garrone si dimostra ancora una volta un regista coraggioso, mai banale e un visionario dai colori grigiastri. La scelta di uscire nel periodo natalizio non è casuale. All’inizio del film sembra trovarsi in un presepe o addirittura nell’opera teatrale “Natale in casa Cupiello” dove Lucariello nel film è il funambolo Roberto Benigni con il suo “ninnillo”, uno straordinario ragazzino, Federico Ielapi, che sembra nato per interpretare Pinocchio .
Dunque nello scenario umido, logoro e grigio/verdastro di un paesino da presepe inizia la storia di un poverissimo ed invecchiato ma simpatico Geppetto (Roberto Benigni) che, stretto dai morsi della fame e della povertà, riceve l’illuminazione della vita con l’arrivo del teatro dei burattini, che lo induce immediatamente a una soluzione: costruire un burattino e girare il mondo per guadagnarsi da vivere. Ciò che accade al falegname, però, ha dello straordinario e lo sappiamo tutti: Pinocchio non è una semplice marionetta, ma un bambino di legno perfettamente in grado di muoversi, parlare, giocare e, soprattutto, mettersi nei guai!
Garrone, che ha anche curato la sceneggiatura del film insieme a Massimo Ceccherini (incredibile), si dimostra fedele al romanzo di Carlo Collodi, lasciando che mostri e creature fantastiche ma realistiche prendano vita in una danza in cui si amalgamano tutti i sentimenti e valori umani, peggiori e migliori. Le tentazioni, le speranze e le cattiverie del mondo si riversano tutte in un’epoca antica e in un paesino di campagna.
Il cast fabiesco
Pinocchio di Garrone non è semplicemente il film di Pinocchio ma tutti sono protagonisti con il loro bagaglio di valori positivi e negativi, tutti al posto giusto nel momento giusto. il Mangiafuoco di Gigi Proietti, la Lumaca di Maria Pia Timo, il Grillo Parlante di Davide Marotta, sono assolutamente ciò che devono essere: ingranaggi di un meccanismo complesso il cui fil rouge conduce alla coscienza dell’essere umano ma soprattutto alla coscienza dello spettatore. Pinocchio prende vita anche grazie agli incontri che fa durante il suo viaggio o meglio nella sua avventura. Gli incontri veri che facciamo nella nostra vita in qualche modo possono cambiare in positivo o in negativo il nostro essere ma siamo sempre noi a scegliere tra il bene il male, tra il giusto e il cattivo. Questo è uno dei messaggi che trasmette Garrone con un cast azzeccato.
Pinocchio ha inizialmente un corpo di legno ma fin da subito un cuore umano. Nessuna tecnologia avanzata intacca un inconsueto realismo, sorretto da effetti speciali artigianali che ci fanno toccare con mano le venature che percorrono il viso e il corpo di Pinocchio anche di Geppetto soprattutto nella prima scena. In quel trucco così certosino umanità e finzione diventano inscindibili e il pubblico assapora con voracità i parallelismi tra la parabola di vita del protagonista e la propria, comune, esistenza umana.
Le ore di trucco, ben quattro ogni mattina per il piccolo Federico, non coprono la realtà dei sentimenti di Pinocchio. L’espressività, i gesti, gli sguardi dei protagonisti sono allo stesso tempo suggestivi e veri. Dunque più che il trucco e i trucchi a prendere vita sono i valori di ogni singolo personaggio.
L’opera di Garrone è una dark comedy. Il dark è il risultato dei colori della scenografia, delle rughe e dei particolari dei personaggi; mentre il comedy è il risultato della capacità di Benigni di far sorridere in qualsiasi situazione. Rispetto ai live action Disney, gli attori in carne e ossa come in Maleficient e nel prossimo La Sirenetta, saranno sempre in carne e ossa. Garrone si è infatti avvalso della collaborazione del grandissimo make-up artist Mark Coulier, vincitore di due premi Oscar per Grand Budapest Hotel e The Iron Lady. Una scelta precisa: voler rimarcare la distanza dal colosso americano, e restituire a Pinocchio il magico realismo delle pagine del libro.
Una pellicola piena di insegnamenti
Tante metafore e insegnamenti che ci lascia questo capolavoro dei dettagli. Non aspettiamoci il colpo di scena oppure un film che cresce con il corso del tempo. La storia è sempre quella con un’andatura lenta e priva di colori come in quasi tutti i film di Garrone ma il regista ha portato in scena dettagli che in passato sono stati messi da parte dalla magia ed effetti speciali. Tre immagini porteremo con noi all’uscita dalla sala: la prima è quella della fatina che ci riporta alla figura di Dio. Sempre presente nei momenti di difficoltà di Pinocchio, pronta sempre a perdonarlo e a portarlo sulla strada giusta. Non fa miracoli eclatanti. Offre a Pinocchio ogni volta l’opportunità di riscattarsi e di essere un bambino sempre più buono. Pinocchio ogni volta che può corre da lei per rifugiarsi. La seconda immagine è l’Amore come un’avventura e non come una favola. Un Amore, raccontato da Garrone, che ti porta sempre dalle persone a cui tieni di più. Pinocchio e Geppetto si ritrovano perché fanno di tutto affinché ciò possa accadere nonostante le difficoltà evidenti. La terza immagine è quella di Benigni che si presenta dall’inizio alla fine del film come un artigiano dell’amore, intaglia e intarsia i sentimenti di Pinocchio da un semplice pezzo di legno.
In conclusione
Nel complesso è un film che ricorderemo per i dettagli e la realtà dei sentimenti dei personaggi. Una trama rispettata e un’andatura lenta che non farà sobbalzare lo spettatore dalla poltroncina, ma farà sobbalzare qualche coscienza se riusciremo a farci trasportare dalle immagini e dagli incontri dei personaggi. Un film per ogni età se siamo amanti delle avventure e dei veri sentimenti. Un film semplice ed essenziale senza troppi artefici tecnici moderni. Andare a vedere Pinocchio sarà una scelta e non una riserva perché il film che vorremmo vedere è tutto esaurito, così come i sentimenti positivi raccontati nel film sono sempre una scelta e mai una riserva.
Consiglio: andare a vedere il film con gli occhi del cuore senza troppe aspettative!