Recensione The Irishman: la chiusura del cerchio di Martin Scorsese

Recensione The Irishman: la chiusura del cerchio di Martin Scorsese

L’ULTIMO GANGSTER DI STRADA

Frank Sheeran (Robert De Niro), personaggio veramente esistito, è stato un membro di spicco del sindacato degli autotrasportatori gestito da Jimmy Hoffa (Al Pacino), diventato famoso per i suoi rapporti con la mafia di Philadelphia. Questo film racconta la sua vita attraverso 40 anni di storia americana e lo fa rispettando i canoni del gangster scorsesiano: in primo luogo la violenza c’è ma non crea mai disgusto in quanto è figlia dell’istinto umano ed è sempre “giustificata” nel contesto criminale e in secondo luogo i personaggi oscillano continuamente fra i due lati della medaglia dell’essere umano con onore e sacralità da una parte e perversione e mancanza di scrupoli dall’altra. Il tutto diretto con lo stile inconfondibile di Scorsese (che si può notare già dai primi secondi di film) che regala alcune sequenze incredibili che è impossibile non fissare nella propria memoria.

Il regista dà l’idea di aver potuto per la prima volta dare sfogo al 100% della sua creatività in quanto crea un’opera che ha moltissime similitudini con il suo cinema (Quei Bravi Ragazzi su tutti) ma che si discosta in modo unico sotto alcuni aspetti. Innanzitutto viene dato molto più spazio alle parti dialogate, il che si tramuta in un’epopea che dura ben 3 ore e mezza in cui svolgono un ruolo fondamentale i rapporti fra i personaggi, con una leggera predominanza dei rapporti fra Frank Sheeran/De Niro con Jimmy Hoffa/Pacino e il boss malavitoso Russel Bufalino/Joe Pesci. Inoltre, contrariamente a quanto Scorsese ci ha abituato, viene meno il conflitto interiore che ha sempre caratterizzato i suoi protagonisti. Frank sembra spesso un mero esecutore di ordini, freddo e letale, incapace di provare il minimo rimorso per le sua azioni. Riusciamo a scorgere il suo dispiacere esclusivamente in una scena nell’ultima parte del film, più per la bravura mastodontica di De Niro che per la sceneggiatura che stranamente lascia poco spazio ai sensi di colpa. Questo aspetto mi ha sinceramente spiazzato, però credo che sia stata una scelta di Scorsese portare su schermo un personaggio meno sensibile di un Travis in Taxi Driver, un La Motta in Toro Scatenato o un Henry di Quei Bravi Ragazzi. Forse perché un personaggio del genere è più figlio dei nostri tempi o forse perché grazie a Netflix ha avuto meno paletti da parte della produzione e questa è la sua idea definitiva di gangster. L’ultimo gangster di strada di Scorsese non è infatti altro che una persona che ha trovato il suo posto nel mondo della criminalità esclusivamente perché è stata la sua unica via di fuga da una vita mediocre. E non si percepiscono né il senso di colpa né la fatica di una vita vissuta fra omicidi e violenza. Diventare un criminale non è stata altro che una promozione nella vita di Frank. Almeno fino all’epilogo dove i traumi di una vita vissuta al limite presentano come sempre il conto in qualche modo.

the irishman

UN CAST STELLARE

Il trittico di protagonisti è da pelle d’oca solo a sentire i loro nomi: Robert De Niro, Al Pacino, Joe Pesci.

De Niro, per i motivi descritti sopra, è forse il personaggio che paradossalmente mi ha coinvolto meno nonostante sia il protagonista. Il suo essere solo il tramite attraverso il quale si descrive il mondo della criminalità, letteralmente visto che la voce narrante è sempre la sua, toglie un po’ di fascino. Però a De Niro che vuoi dire? Nella parte finale fra la scena che ho descritto prima e la chiusura del film, è da brividi e tira fuori un’interpretazione che non gli si vedeva fare da tempo. Fra questo film e Joker direi che Bob è tornato ai livelli che competono a una leggenda di Hollywood come lui.

Al Pacino invece è fantastico. Carismatico ed eccentrico, alterna momenti sopra le righe (cuciti apposta sulla recitazione esagerata di Al) a momenti intimi dove si empatizza ancora di più col personaggio. Un po’ Tony Montana e un po’ Carlito Brigante. Ogni volta che è su schermo ruba la scena a tutti. Il percorso che fa il suo Jimmy Hoffa è lineare e perfetto. L’epilogo, già noto a chi conosce la storia, lo si raggiunge con una certa malinconia nel cuore visto che il suo Jimmy è uno dei personaggi della pellicola più umani e vicini al grande pubblico. Anche per Al questo 2019 è stato un ritorno al grandissimo cinema fra questo film e C’era una volta a…Hollywood.

Joe Pesci però per me è quello che più di tutti ha centrato il suo personaggio. Russel Bufalino, vero boss mafioso del secolo scorso, viene fin da subito introdotto come il più classico degli uomini che dietro un aspetto mingherlino e fragile nasconde una tigre con in mano un potere e un’influenza incredibili. E Pesci ogni volta che è in scena dà l’idea di uno a cui non devi dire di no. Assume il ruolo di mentore e protettore di Frank, ma sotto sotto anche di tutti noi spettatori. Con lui in scena è palpabile il concetto che il suo schieramento è quello che vincerà. Fantastico.

Menzione a parte per Harvey Keitel (attore che adoro). Anche lui torna a collaborare con Scorsese  dopo essere stato uno dei suoi attori feticcio a inizio carriera. Il suo ruolo è nettamente secondario rispetto agli altri 3 però quando è in scena rende perfettamente l’idea di quello che dovrebbe essere, nonostante una parte con poche battute. Con un solo sguardo capisci benissimo che il suo ruolo nella malavita non è vicino alle persone come può essere quello di Russel. Con Keytel le opzioni sono 2: o fai quello che dico io o muori. Terrificante nonostante lo si veda quasi sempre seduto e la sua interpretazione sia basata soprattutto sul suo sguardo.

The Irishman cast

C’ERA UNA VOLTA IN GANGSTER MOVIE

The Irishman è il crepuscolo di un certo tipo di cinema, nato con la New Hollywood, che non tornerà più. Non è questione di cinema e non cinema o parchi di divertimento e arte, è proprio uno stile che è figlio di un certo periodo e che può essere realizzato solo da certe persone con un tocco particolare. Scorsese ha questo tocco e ha contribuito a creare questo mondo decidendo di omaggiarlo con un’opera più personale e meno mainstream di alcuni suoi prodotti più celebri. Non è sicuramente il miglior film di Scorsese ma è il film perfetto per chiudere un cerchio che aveva avuto il suo culmine con Quei Bravi Ragzzi.

Da una parte mi piange il cuore ad averlo visto in sala solo per 3 giorni ma dall’altra parte credo che nessun altra produttrice avrebbe avuto il coraggio di scommettere su un film che, per quanto porti la firma di Martin Scorsese, ha qualche fattore che potrebbe far storcere il naso a una buona fetta di pubblico. Questo The Irishman è un film che va visto e che diventa un tassello fondamentale nella filmografia di questo gigante della storia della settima arte.

TRAILER THE IRISHMAN

 

SCHEDA TECNICA

USCITA: 4 novembre 2019

REGIA: Martin Scorsese

DURATA: 210 min

CAST: Robert De Niro, Joe Pesci, Al Pacino, Bobby Cannavale, Ray Romano.

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